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GIOVANNI PASCOLI
Manlio

 

Fioriscano teco i gerani
piantati da quelle sue mani,
venendo la sera!


 

 

 

I

S’è udito un singulto a Caprera.
Tra i turbini è sola la tomba.
Ma nella notturna bufera
si levano squilli di tromba.

S’è udito a Caprera un singulto
dal cuor della tomba. E dai mari
s’avanza con ampio tumulto
la Tavola rossa dei Pari.

Là, candidi sopra i frangenti,
i cavalli s’impennano ai venti
davanti Caprera.

 

II

I Mille! I suoi Mille a Caprera!
La tomba circondano gravi.
– Oh!... dove? Nell’Africa nera,
frangendo catene di schiavi?...

O sotto gli olivi di Creta,
cercando le mandre disperse?...
Tra il mare e gli sproni dell’Eta,
nell’ombra dei dardi di Serse?...

Che mai ne rimane sul lido deserto?
qual vindice grido?
qual grande bandiera? –

 

III

S’è udito un singulto a Caprera.
– In mezzo alla tenebra sola?
sopr’una torpedinïera
pugnace, nell’acque di Pola?...

Su l’Alpi? fanciullo gigante
coi Mille più grandi dei primi?
ponendoti ai piedi di Dante,
vessillo di Calatafimi?...

O alfine con lui rivedeste
la tumultuante Trieste,
fratelli Bandiera? –

 

IV

Portatelo, o mari, a Caprera.
Se intatto è dal ferro de’ prodi,
oh! creda l’eroe, che non v’era
più ferro nel mondo e più odi!

 

Oh! creda che sopra la terra
cadesse, com’egli sognava,
di mano alle genti la guerra,
siccome a Caino la clava!

e senta, or che il marmo si schiude
soffiar su le ceneri nude
la nuova grand’Era!

 

V

Lasciate il suo sogno a Caprera!
lasciate il suo sogno alla tomba!
Dileguino nella bufera
quei funebri squilli di tromba!

Ch’Ei sogni che l’uomo, più prono,
più forte, per l’umile via,
sì, dice alla Morte, Tuo sono!
non dice alla Morte, Sei mia!

e semina avanti il suo verno,
cadendo sul vomero eterno
la sua primavera.

 

VI

O Manlio, che torni a Caprera
da sola una guerra – la vita –
o Manlio, ti prema leggiera
la terra d’Anita e Rosita!

La fossa vicino alle fosse
ti scavino a’ piedi del colle
col rastro col quale Egli mosse
guerriero le placide zolle!

Fioriscano teco i gerani
piantati da quelle sue mani,
venendo la sera!

 

 

MANLIO
O mio inno prediletto, possa tu trovar grazia presso il lettore italiano! Manlio morì a Bordighera il 13 gennaio del 1900.

da ODI E INNI / INNI (pag. 455)

 


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